Giuseppe Fornoni, detto il Lazzaro, si distingue per la tecnica inconfondibile, che ormai lo identifica in ogni sua opera; una volta visti i suoi lavori è praticamente impossibile non riconoscere la sua mano. Una grande forza visiva che lo spinge a fermarsi di fronte a situazioni quotidiane, fotografarle nella mente e riprodurle in armonia con i suoi fortissimi giochi di luce e cromie. E’ incredibile come con pochi gesti sappia dare vita a ogni tela che tocca, i volumi delle stoffe, l’acqua, le persone in movimento, attimi nei loro particolari. Scorci di città, i riflessi e le ombre del Fornoni possono fare percepire all’occhio le profondità nei cieli grigi e tersi, ambienti illuminati da raggi solari che fanno apparire palazzi come vascelli alla deriva in un mare fatto di persone e automobili. I pezzi più estrosi sono prodotti in questi ultimi periodi di lavoro, quadri alquanto fuori dall’ordinario, prospettive diverse ma legate da qualcosa di mistico che le accomuna, forse a volte provocazioni, ironie e un po’ di sfacciataggine; sicuramente in ogni lavoro il Lazzaro riesce ad esprimere concetti inusuali ma ordinari allo stesso tempo, in un vortice di cromie di inevitabile coinvolgimento. Dalle sue tipiche colorazioni bianco e nero con un tocco di rosso che spicca per risaltare il valore di questa simbologia concettuale, passando attraverso i monocromatici dove padroneggiano le luci arrivando alla pop-art.
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